« Sotto gli occhi di un sole nero » est bien plus qu’une simple chanson. C’est une œuvre d’art sonore, méticuleusement conçue pour captiver et
émouvoir l’auditeur. Avec sa production impeccable et sa composition musicale inspirée, cette chanson est un véritable chef-d’œuvre de l’alternative rock moderne. (Iggy Magazine,
Francia)
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"Volevo raccontare una canzone dell’estate. Così, per alleggerire.
Lì per lì avevo pensato a Jovanotti e alla sua filastrocca amorosa. Noiosetta, peraltro. Poi mi sono ricordato che, proprio qualche ora prima della scrittura della mia rubrica, sarebbe uscito il
video di una canzone di Luciano Nardozza intitolata “Overton”.
Seguo Nardozza da molti anni. Lo considero un artista dal talento purissimo e dalle intuizioni geniali. Possiede tanti registri: scrive cose struggenti e intime,
insieme a pezzi tiratissimi ed elettrici. Senza mai, tuttavia, tradire la sua ispirazione, che è sempre diretta alla costruzione di buone canzoni.
Questa – che viene dal suo ultimo album – appartiene alla seconda categoria. Una chitarra elettrica ai confini del metal, una ritmica sincopata che mette insieme hip hop e rock d’antan, una
melodia ora urticante e potente, ora rap, ora persino rassicurante e non scevra da dolcezze.
Luciano Nardozza – che peraltro possiede un’immagine tra le più interessanti del momento (in bilico tra glam, punk e chissà che cosa) – ha sfoderato un altro asso.
Una canzone che piacerebbe a Caparezza – mi perdoni Nardozza, ma i paragoni sono necessari a comprendere chi non si è ancora ascoltato – ma anche a tanti dei giovani che si affacciano alla
ribalta senza un repertorio, e senza una solida capacità di scrittura.
Ecco, Nardozza ha uno e l’altra.
P.S. Il video è strepitoso, ricco di deliziose citazioni, soprattutto nei movimenti dell’artista e degli attori-ballerini, dei primi anni Ottanta. Per chi sappia coglierle."
Ferdinando Molteni
(giornalista, saggista, insegnante, musicista)
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Nuovo disco di Luciano Nardozza, tra chitarra elettrica e mito della caverna
Il nuovo disco di Luciano Nardozza si chiama Ciò che non devi sapere ed è stato anticipato dall'uscita del singolo Unanimità, pubblicato un mese prima del resto
dell'album. Fin da questo primo estratto abbiamo potuto notare il tentativo dell'artista lucano di fondere insieme più stili, per estrarne delle sonorità originali e
accattivanti: il lavoro della voce si situa a cavallo tra il cantato e il rappato, ma senza mai sfociare in un rap vero e proprio.
Il resto dell'album contiene delle sonorità e delle sfumature indiscutibilmente rock - penso alla presenza massiccia della chitarra elettrica, peraltro molto ben suonata - e prog -
in brani come - ad esempio - Il mondo delle idee.
Nardozza non rinuncia a sperimentazioni con risultati a volte davvero originali e sorprendenti, come - per dirne una - Orchestrazione dove convivono
chitarre rock e suoni elettronici quasi 8bit, in un brano dalla grande energia.
I testi evidenziano una più che attenta fase di studio preparatorio e un'indiscutibile abilità nella scrittura. Si passa dal rapporto tra l'uomo e la massa, al mito
della caverna di Platone.
Ciò che non devi sapere è un disco che sa essere energico e potente, ma che al tempo stesso riesce a far pensare e lancia numerosi spunti di
riflessione nell'ascoltatore.
Rock It
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DISPONIBILE SUGLI STORE A QUESTO LINK
Per saperne di più leggi l'articolo che il magazine "End Of a Century" ha dedicato all'argomento. Clicca qui.
Vi capita mai di sentirvi fuori luogo? Che sia nel posto di lavoro, all'università o persino alle cene di famiglia. È forse una delle situazioni più spiacevoli e avvilenti nella quale ritrovarsi.
Tuttavia, nonostante nell'immaginario collettivo non vi sia nulla di bello nel sentirsi fuori posto, se ci si sforza, è possibile trovarvi degli aspetti positivi. Ed è proprio quello che ha fatto
il cantautore Luciano Nardozza con il suo secondo lavoro discografico: "Fuori Luogo". Nelle dieci tracce che lo vanno a comporre, Nardozza è riuscito infatti a
far emergere la bellezza di chi vive nella piena consapevolezza di essere fuori luogo, elogiandone l'eccezionale spontaneità, nei gesti come nelle parole, e il relativo agire d'istinto, senza
nascondersi dietro comportamenti preconfezionati.
Luciano Nardozza ritorna dunque in grande stile, con un disco molto interessante, capace di conquistare facilmente ampie fasce di ascoltatori. Siamo curiosi di vedere quali saranno i suoi
prossimi passi."
(Rock It su Fuori Luogo)
“Ci ha letteralmente sorpreso per le sue canzoni… “Il Folle Mio Librarmi in Volo”, che reputo spettacolare per melodia e testi e fa notare agli addetti ai lavori
che Nardozza è un vero artista ed una grande penna per la musica italiana…
Quest'album riesce a parlare al cuore delle persone di ogni età e, una volta ascoltato, arricchisce riempiendo cuore e anima.
Con “Frastuono di Passi” sono rimasto letteralmente folgorato da questo artista che riuscirà sicuramente a dare un contributo importante nella musica italiana…
“
(Musica Italiana Emergente)
“Ci sono due concetti-chiave alla base di “Di passaggio”: il tempo e l’amore. Sono queste le due colonne del disco, sulle quali Luciano Nardozza costruisce brani
semplici, genuini, ingenui e comunque non banali, con un cantautorato pop pulito ed essenziale, che ricorda lo stile di Nicolò Fabi, Samuele Bersani e persino Finardi, ma che riesce a trovare la
propria dimensione individuale. “
(Rock It sul primo disco Di Passaggio)
“Il primo gradino del podio è stato assegnato a Luciano Nardozza… Il musicista lucano e milanese di adozione ha convinto per la cura dei testi e per la buona
padronanza tecnica vocale e strumentale, come anche per la vena intimista che lo avvicina al cantautorato romano. “
(L’Isola che non c’era, in riferimento alla vittoria al Festival Villeggendo 2017)
“Luciano è un musicista a tutto campo… una catena di montaggio compositiva mai doma,
sempre alla ricerca di qualche dettaglio aggiuntivo che possa creare un sound più piacevole e ricco.
Di Passaggio è un album davvero piacevole, di compagnia, che sa allietare, e che, pur attingendo da moltissimi generi, riesce a creare nell’ascoltatore delle linee
guida e un messaggio musicale ben definiti.”
(Il Megafono)