Fuori Luogo è il secondo disco del musicista e cantautore Luciano Nardozza. È un disco fuori dal tempo. Come la musica, come le emozioni, come lo spirito. E’ un disco “fuori luogo”, come certi atteggiamenti spontanei dei bambini e di quelle persone che non si nascondono dietro comportamenti confezionati. “Fuori luogo” come l’imprevedibilità della vita e delle cose genuine, come i pensieri e i sentimenti che si agitano nel profondo, come la ricerca di un senso a tutto ciò che ci accade e, letteralmente, “fuori luogo” come il trascendente che spesso va cercato in un altro spazio della nostra stessa natura di esseri multidimensionali...
Proseguimento naturale del concept album Di Passaggio - suo primo lavoro di inediti in italiano - si snoda attraverso dieci brani che affrontano le diverse vicende e sfumature dell’essere umano su questa terra.
C’è spazio naturalmente per l’amore nei suoi vari risvolti, dalla difficoltà a lasciar andare una storia ormai
finita (“Calma Apparente”, “Come Fosse Vento”), alla disillusione e alle aspettative nostre e degli altri
(“Cielo rosso che esplode”,
“Quel che avvicina al bene”).
Filo conduttore del disco è la ricerca interiore, che si palesa maggiormente nei brani “Nota”, “La Morte alle Porte del Cuore”, “L’Appeso”, che parlano proprio dell’uomo alla ricerca del Trascendente, esplorato in tutte le sue sfaccettature, anche materiali.
“L’Uomo di Cartone” parla della nostra inconsistenza, delle nostre maschere e della tendenza a usare persone e situazioni in senso egoistico; ma anche del fatto che tutto ciò rappresenta la paura di aprirci alle emozioni più profonde (l’uomo di cartone si “scioglie” quando incontra l’acqua, l’elemento emotivo, morbido).
“La Forza Dentro”, racconta dello spirito indomito di un bimbo appena nato che cresce ricordando la propria natura; un’anima antica, che ancora ricorda il sapore profondo e infinito dell’Universo...
“Beata Ingenuità” - singolo di lancio del disco - infine, parla del disagio di un bimbo, poi ragazzo che vede le sue certezze andare in frantumi... Come si fa a scegliere se andare a vivere dalla mamma o dal papà? Come si fa ad andare avanti sentendo il senso di divisione, la percezione che non tutto va esattamente come dovrebbe? Da qui il senso di frustrazione, di rabbia, quasi di vendetta nei confronti della vita. E al tempo stesso la promessa, a se stessi, di andare oltre tutto ciò per ritrovare la propria integrità non guardando più al di fuori, ma andando sempre più in profondità...
Hanno partecipato (presso i Massive Studios di Milano) alle registrazioni di quest’ultimo brano Gianluca Misiti (tastierista per Daniele Silvestri, Max Gazzè) e Piero Monterisi (batterista per PFM, Tiromancino, Daniele Silvestri).